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Michele unisce la lieve arte dei suoni alla dinamicità della macchina da presa, con l’intento di raccontare cosa si nasconde dentro l’animo umano. 2Righe.

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I minuti durante i quali si dipana la delicata fiaba, tra reale e soprannaturale – con tanto di demoni/blocchi mentali a insidiare il percorso –, sono gestiti da Pastrello con una fluidità della messa in scena e una capacità di lavorare su più registri legandoli tra loro in modo mai forzoso che è la cartina di tornasole di una crescita autoriale sempre maggiore, continua, incessante. Una ricerca che si è stratificata tanto nella tessitura delle immagini quanto nel senso che queste – e la narrazione, ovviamente – debbano far deflagrare sullo schermo. Regista intimista e riflessivo, poco incline al dialogo, Pastrello è un oggetto inclassificabile secondo gli standard produttivi italiani. Oramai quasi dieci anni fa, scrivendo di Ultracorpo, inserimmo Pastrello tra i registi su cui il cinema italiano avrebbe dovuto investire. QUINLAN


Michele Pastrello lavora tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, dei suoi cortometraggi e video artistici ne hanno scritto importanti magazine, da Wired a GQ, da Il Fatto Quotidiano a Linkiesta, da Famiglia Cristiana, Il Manifesto a GreenMe, dal Corriere della Sera a GiornaleOFF e a IlGazzettino.

Ha vinto al PHFFest, al ToHorror, il premio giuria al Tucsia Fest, il primo premio all’Open Festival 2023, menzione speciale al MeetFilmFestival, retrospettiva all’AntiPop Festival.
Ha partecipato tra gli altri al Pifan (SouthKorea), NoirFest, FutureFilmFestival, ArcipelagoFest, IschiaFilmFestival, LagoFest, FantaFestival, OpenFestival, Taranto Film Festival, WhoLikeShortShorts (USA), NiHilist (USA), Scinema (AU), OffCourts (France), Serbian Fantastic Fest (RS), TiranaFilmFest (Albania) ed altri ancora.
Hanno scritto di lui anche su Indie-eye, QCodeMag, Il Giornale, Rumore, IlGIornalePop, Rockol, RollingStone, Segno Cinema, Eticamente, Sentieri Selvaggi, Rockit, MucchioSelvaggio, Dylan Dog, Corriere del Veneto, IlGazzettino, Film4Life, LaTribuna, Quinlan, PointBlank, Popolis e molti altri.


Con The Little Child Pastrello fa outing, rivendica con forza di essere come uno di quegli sportivi e spicca un salto deciso verso l’esistenzialismo più dichiarato.
SentieriSelvaggi


L’autore di questo piccolo romantico film è Michele Pastrello che ha scelto proprio oggi, festa degli innamorati, per pubblicare questo suo ultimo lavoro. Sulle note incalzanti di Maldito (Alone Made Of Ice), il suo messaggio va dritto al cuore e se poco poco si ha una storia simile, le stanze di quella casa diventano le proprie.
GreenMe


Per l’inizio del nuovo anno The Little Chid di Michele Pastrello è il miglior augurio che ci possiamo fare per liberarci dagli stereotipi e dai pregiudizi che ci imprigionano; per aprire gli occhi e, a piedi nudi, ributtarci (o buttarci per la prima volta) nella vita.
Linkiesta


Si tratta di video che cercano di intercettare un’emozione diversa della risata e puntano sull’aspetto esistenziale o malinconico della condizione umana invece di sfruttare la più diffusa chiave comica.
GQ


Quelle di Pastrello sono opere essenziali dichiaratamente votate all’introspezione. La sensazione è quella di aver captato ricordi personali dalla sceneggiatura ermetica, perché muta, prima ancora di aver preso coscienza del significato ultimo della storia.
QCODEmag


Il film di fantasia di Pastrello merita di essere segnalato per il meccanismo dialettico perfettamente orchestrato e per il crescendo che si risolve in una non scontata sintesi finale.
WIRED


Sei realista perché filmi la realtà, ma hai questo diabolico dono, prerogativa di pochi, di far partecipare in tempo reale alla possibilità di altre dimensioni “sotto” quella che si vede. E ci stanno pure dei fantasmi fuori dalla cornice – i tuoi personaggi che guardano spesso fuori campo o “altrove”.
Danilo Arona, PAPERSTREET


Infatti, l’arte è (quasi) ovunque e a volte sta proprio laddove non viene pubblicizzata. Adelante Pastrello, guardate il video, fate finta che siano foto e basta e ditemi se non meritano di essere viste da tutti, che sarebbe il compito di chi comunica l’arte. Questi occhi di Pastrello sono gli occhi di tutti.
IlGiornaleOFF


 Il regista Michele Pastrello ha girato e musicato un breve video sul senso del dono: la protagonista è una signora anziana, segnata dal tempo e dagli acciacchi che le hanno rallentato movimenti e riflessi, che compie un atto di amore creando “qualcosa” dal nulla per poi donarlo a qualcuno, in una lentezza e dedizione che diventano essi stessi sentimento. 
Famiglia Cristiana

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